Nel 2020 non si arriva a 1 giornata di formazione l’anno per dipendente

In riferimento agli Enti principali che compongono il comparto della Funzioni Centrali sono state svolte poco più di 160.000 giornate di formazione su un totale di 214.335 dipendenti, per una media complessiva di 0,75 giornate per unità di personale. I tagli in bilancio conseguenti le manovre del 2010 che hanno ridotto del 50% le assegnazioni di bilancio sui capitoli di spesa afferenti alla formazione sono tra i principali responsabili del calo generalizzato dell’attività di formazione nel comparto.

Il dato del numero di giornate di formazione per dipendente varia tra donne e uomini, dove nella media di comparto e in particolare nei ministeri c’è una forte differenza a favore delle donne (differenza media di 0,18 giornate l’anno per dipendente nel comparto), mentre la situazione appare meno intensa negli Enti Pubblici Non Economici (2,30 donne e 2,21 uomini) e leggermente a favore degli uomini pur nella sua consistenza minima nelle Agenzie fiscali (0,16 e 0,20).

La spesa del costo del personale passa da 13,687 mld di euro nel 2011 a 11,734 mld di euro nel 2020, con una riduzione cumulata nel periodo del 14,3%.

Oltre alla riduzione degli organici sono altri fattori che hanno contribuito in modo sostanziale alla riduzione del costo del lavoro:

• Fra il 2010 e il 2014 le manovre economiche hanno bloccato la rivalutazione della retribuzione individuale. Le misure hanno bloccato l’aumento dei fondi producendo inoltre un calo proporzionale alla contrazione del personale;
• I limiti imposti ai fondi per la contrattazione integrativa che sono proseguiti negli anni successivi tramite vari interventi normativi hanno imposto blocchi di natura diversa alla crescita dei fondi destinati al salario accessorio sino alla stipula del CCNL 2019/21.

Il costo complessivo delle sole retribuzioni nel periodo 2011/2020 passa dagli oltre 9 mld di euro del 2011 a poco più di 8 nel 2020, con una riduzione cumulata nel periodo del 12,6%.

In ogni caso il dato complessivo registra un andamento inferiore all’aumento del costo della vita registrato nel medesimo periodo determinando una perdita del valore di acquisto dei salari quantificabile nel 4% (tasso di inflazione +13% – retribuzione media +9%).

Prendendo a riferimento gli anni 2010-2015 relativi al blocco della contrattazione e gli anni 2016-2021 con i rinnovi contrattuali in essere, è evidente che l’effetto dell’azione sindacale è stato determinate: nel primo periodo le retribuzioni medie sono indietro di circa 7 punti percentuali sull’inflazione, nel 2020 il distacco finale è del 4% (segnando un recupero positivo di 3 punti percentuali nel periodo) senza tenere in considerazione a pieno gli effetti dei rinnovi 19-21 che vedranno nel 2022 la loro completa attuazione.

Rispetto agli stanziamenti previsti dalle leggi di bilancio dei trienni riferibili ai due rinnovi contrattuali 16/18  e 19/21, la dotazione di partenza appostata dai vari governi era di molto inferiore al valore riconquistato grazie alle nostre mobilitazioni e che hanno consentito un’accelerazione della crescita salariale (al netto delle risorse aggiuntive: 3,48% nel 2018 e 4,07% nel 2021, a cui vanno sommate altre per singoli comparti tra cui in particolare Sanità) e misure aggiuntive su riforma ordinamento e classificazione, come lo sblocco parziale dell’art. 23 D.lgs. 75/2017. 

Cosa abbiamo ottenuto con il rinnovo del contratto 19-21

Rispetto agli stanziamenti previsti dalle leggi di bilancio dei trienni nei quali siamo riusciti a rinnovare i contratti 16/18 e 19/21, le risorse di partenza prevista dai vari governi era di molto inferiore al valore riconquistato grazie alle nostre mobilitazioni e che hanno consentito un’accelerazione della crescita salariale.

Oggi stipendi tabellari delle nuove Aree per 12 mensilità per le Funzioni Centrali:

• Area dei FUNZIONARI: € 23.501,93
• Area degli ASSISTENTI: € 19.351,97
• Area degli OPERATORI: € 18.390,84